G.I.GURDJIEFF e La metafora della carrozza




Scoprii il pensiero di questo grande mistico per caso, e fu proprio l'argomento in questione che mi spinse a seguire e praticare i suoi insegnamenti. Il mio percorso nel mondo esoterico cominciò in tenera età, ero appena quattordicenne, mi affascinò un libro sull'ipnosi che trovai sulla scrivania di un mio parente. Da allora, la strada nel mondo del “mistero” si fece sempre più larga, studiai diverse discipline, come l'occultismo, lo sciamanesimo, l'ipnosi regressiva, l'ufologia, per menzionarne alcune. A diciassette anni entrai a far parte del gruppo Teosofico italiano, che mi donò le basi per continuare il percorso che tutt'oggi percorro. Fui membro di questo gruppo per diversi anni, ma sempre con una mente elastica ed aperta. La maturità ed la professione rubarono gran parte del mio tempo, e dopo i trentanni, fui avvolto completamente dal mondo ordinario e dalle sue insidie di carattere materialistiche. Fu un trauma di una certa importanza a scuotermi, riportandomi dopo dieci anni trascorsi nella lussuria, a ricalcare il percorso dello sviluppo interiore. In quel periodo, mi ritrovai in una confusione “esistenziale” totale, cercavo qualsiasi cosa mi potesse rimettere in “bolla”, come suggeriva la mia professione (ero titolare di 2 aziende che operavano nel campo dell'edilizia). Ripresi in mano gli studi riposti nel cassetto per troppo tempo, ma la confusione era tale da non riuscire a venirne a capo. Poi un giorno, per caso, trovai in rete questo disegno, e cambiò radicalmente la mia vita.

Questo disegno raffigura una metafora che monsieur Gurdjieff utilizzava per spiegare ai suoi allievi l'essere umano ed il suo funzionamento. Mi affascinò la semplicità con cui quest'uomo carismatico riuscì a spiegare un concetto tanto complesso, utilizzando termini comuni, abbinati a termini del mondo esoterico.
E' semplice quanto straordinariamente attuale e veritiero: la carrozza è il corpo fisico, i cavalli le emozioni, il cocchiere la mente, e il passeggero la coscienza.
Per aggiornarlo ai nostri tempi potrei disegnare un taxi, dove il corpo fisico è l'auto, il motore le emozioni, il conducente la mente ed il cliente la coscienza.
Questa “genialata”, concedimi il termine, serviva a spiegare agli allievi, il procedimento per cui la coscienza che è in ognuno di noi, è assopita in un sonno indotto, spiegando il funzionamento del “pilota automatico” (mente ed emozioni) che gestisce la nostra “macchina biologica” (il corpo fisico).
La coscienza, che puoi chiamare anche essenza, vero io, o come preferisci, in te “DORME” e tutto ciò che decidi e metti in pratica tramite il tuo corpo, ossia le tue azioni, sono pilotate dalla tua mente e dalle tue emozioni. Ciò che chiamiamo comunemente “mormorio interiore” è il meccanismo del motore della macchina biologica che istancabile, continua a girare nella tua testa, un insieme di pensieri che a loro volta generano emozioni, che a loro volta generano azioni fisiche. In questo mormorio mentale, non solo i pensieri arrivano in automatico, ma molti sono stati impiantati ad hoc. La tua personalità, ciò che tu credi di essere realmente, non è poi cosi stabile come credi, e molti io che la compongono solo “alieni” al cliente del taxi che sta dormendo comodo sul sedile posteriore dell'auto.
Quando il cocchiere è confuso e non sa dove andare, la carrozza viene guidata dai cavalli che automaticamente la trainano, senza direzione alcuna, mentre la coscienza dorme. E se la coscienza dorme, quanta consapevolezza hai di ciò che fai, dici e decidi?
Durante la nostra giornata il passeggero e' sempre dormiente, lasciando spazio al cocchiere che segue sempre la solita abitudinaria strada trainata dai cavalli secondo i programmi fatti di schemi e credenze, che risiedono nell'inconscio. L'inconscio lavora in automatico e sa cosa fare, dopo aver ricevute le appropriate informazioni. Appunto per questo si chiama inconscio, perchè si verifica fuori dalla portata della nostra coscienza.
Rifletti: quante azioni e pensieri si fanno senza l'utilizzo della consapevolezza? Quante sono le azioni ed i pensieri automatici nell'essere umano? Non parlo solo dei movimenti organici, come il battito cardiaco, che avviene automaticamente. Parlo di andare in bicicletta mentre ascolto la musica e penso ad andare al mare, parlo di quando lavo I piatti e penso alla bolletta da pagare, parlo di quando mi lavo e canto sotto la doccia e penso alla donna dei miei sogni. La mia mente mi permette di pensare ad una cosa mentre il corpo ne fa un'altra. Anche i comportamenti sono automatici, in base all'esperienza che stiamo facendo, pensiamo una cosa, ne diciamo un'altre e poi ne facciamo un'altra ancora. Quanta consapevolezza c'è nel vivere in questo modo? Quanto di ciò che ci accade, dipende da noi? Abbiamo pochissima consapevolezza della nostra vita, ed è inutile stupirsi quando in facebook scrivo che tutto ci accade..
Poiché l'inconscio non può scegliere cosa imparare e cosa scartare, spesso memorizza programmi e credenze limitanti (schemi mentali), ricevuti durante l'educazione infantile e dall'ambiente circostante (abitudini sociali). A quel punto la mente, come un bravo cocchiere, entra in azione e continua a percorrere le stesse strade, le stesse esperienze, le stesse situazioni e gli stessi incontri, anche se non più desiderati o necessari.
Come può il cocchiere dare le opportune istruzioni ai cavalli se non sa qual'è la destinazione? Per saperlo deve chiederlo al passeggero, che gli indicherà la meta, così lui potrà guidare i cavalli.
Il passeggero è la nostra coscienza, Se' superiore o altro. Non importa come la chiami, ciò che importa è riconnettersi con lei, perché è la sola che può esprimere la nostra unica essenza, la sola che può dare istruzioni precise alla nostra mente, consapevolmente, per essere comprese e accettate dall'inconscio.
Dobbiamo essere svegli nel momento presente, silenziando il più possibile il mormorio interiore della nostra mente, osservando consapevolmente i nostri pensieri, le nostre emozioni, le nostre azioni. Osservando I tre centri umani ( mente, corpo, emozioni) capiremo quali sono i nostri schemi mentali, qual'è l'azione imponente dei nostri ego, quanti pensieri ed emozioni nascono da loro, quanti comportamenti automatici ci gestiscono, ben radicati nel nostro inconscio.
Quando il passeggero è sveglio, l'andamento della carrozza è frutto di una scelta consapevole, non del solito programma egoico di turno. Solo nella presenza (ricordo di sè) si trova la forza per cambiare l'automaticità dell'essere umano, risvegliando la macchina biologica, che trasformerà l'essere.
Un percorso di acquisizione di consapevolezza, che è il metro di misura della coscienza, consentirà di riappropriarsi di se stessi, vivendo una vita “ reale” , trovando l'equilibrio, o centro di gravità permanente, consapevole tra le emozioni, i sentimenti, le azioni, le percezioni, le sensazioni ed i pensieri.
Questo è ciò che chiamo ESSERE un uomo stra-ordinario.

                                   Claudio Gandhi






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